Recycling



Agenda 2030, così nel settembre 2015 l’ONU ha sintetizzato gli obiettivi da intraprendere per prospettare uno sviluppo sostenibile. L’Agenda è quindi un elenco calendarizzato di cose da fare in tutti i campi della vita dell’uomo sul pianeta Terra entro il 2030.

L’agenda è articolata in 17 obiettivi strategici (sustainable development goals) tra i quali il nono ha per oggetto le infrastrutture e le costruzioni. Il primo punto del nono obiettivo è quello di sviluppare infrastrutture di qualità, affidabili, sostenibili e resilienti, per sostenere lo sviluppo economico e il benessere umano. Evidentemente la sostenibilità passa per la riduzione del consumo delle risorse naturali, di per sé non rinnovabili, e sempre di più per il recupero delle risorse naturali già utilizzate precedentemente. Per esprimere più efficacemente quest’idea si prefigura il passaggio da un’economia lineare ad un’economia circolare. Nell’economia lineare si utilizzano materie prime per le produzioni di beni che alla fine sono destinati ad essere rifiuti da smaltire; nell’economia circolare l’attenzione si pone su processi e pratiche volte a re-immettere i materiali negli stessi o in altri processi produttivi. Nell’economia circolare vale la regola delle tre R: ridurre il consumo di nuove risorse, riutilizzare il più possibile, riciclare.
Recycling è quindi quell’attività di presa in carico dei rifiuti, di rilavorarli e di riutilizzarli nei processi produttivi come nuova risorsa al posto delle risorse naturali non rinnovabili.

COSTRUZIONI E RECYCLING
Nell’industria delle costruzioni tra le principali attività ci sono il riutilizzo di materiali da demolizione e costruzione e il riutilizzo del fresato d’asfalto delle pavimentazioni stradali. I rifiuti dell’industria delle costruzioni sono sottoposti per prima cosa ad una analisi ambientale, volta a stabilire la non pericolosità dei materiali stessi, nel senso che ci si accerta che non rilascino elementi e sostanze nocive e/o pericolose nell’ambiente, anche in presenza di un prolungato contatto in acqua.

RIFIUTI DA DEMOLIZIONE
Nel caso dei rifiuti da demolizione (resti calcestruzzo, di muratura, di scavi, ecc) una volta stabilita la loro non pericolosità, i materiali sono convogliati in centri di raccolta autorizzati, dove sono stoccati, frantumati e selezionati in impianti appositi. Durante il processo si estraggono e si avviano ad un recupero separato sia i resti metallici, soprattutto ferri di armatura, sia i cosiddetti leggeri (plastiche, carte, legni). Alla fine del processo si ottengono varie pezzature che sono impiegabili per lo più nella costruzione di strade a formare i rilevati stradali, le colmate, i riempimenti. Se ben selezionate, alcune tipologie prodotte possono essere usate come misti granulari stabilizzati granulometricamente, a costituire gli strati di fondazione delle pavimentazioni stradali oppure con la stessa funzione strutturale (strati di fondazione) ad essere usati per fare misti cementati. In tutti i casi riportati il materiale riciclato va a sostituire del tutto od in parte il materiale naturale.

FRESATO DELLE PAVIMENTAZIONI STRADALI
Nel caso del fresato delle pavimentazioni stradali il processo è analogo ma c’è un elemento sostanziale di differenza: i conglomerati bituminosi, hanno il costituente principe, il bitume, che ha caratteristiche tali che gli consentono di riciclarsi teoricamente all’infinito. Il fresato d’asfalto, che meglio sarebbe chiamare RAP, dall’acronimo internazionale Reclaimed Asphalt Pavement, oppure Granulato di conglomerato bituminoso, è quindi prevalentemente conferito presso gli impianti di produzione di conglomerato bituminoso. Secondo una disposizione di legge molto recente, il Decreto Ministeriale 69/2018 il fresato che è conferito ad un impianto, viene caratterizzato secondo certe procedure per stabilire la sua idoneità ambientale e le possibilità di essere inserito nuovamente nella produzione di conglomerati bituminosi e quindi in un certo senso è riusato. In alternativa, dopo la caratterizzazione, può essere assimilato ad un riciclato da demolizione e utilizzato allo stesso modo.

NORMATIVE EUROPEE
Le norme europee, entrate in vigore poco più di dieci anni fa, hanno molto influito nel favorire i principi dell’attività di recycling. La norma UNI EN 13108-8 ha reso palese il fatto che il granulato è da considerare un componente a tutti gli effetti dei nuovi conglomerati bituminosi.
Per gli aggregati le norme, come la UNI EN 13242, stabiliscono che essi possono essere di provenienza diversa, naturali, artificiali o riciclati, e quindi essere usati alla stessa maniera a seconda delle loro caratteristiche qualitative intrinseche e seguono gli stessi criteri certificativi.

SUPERBETON
Superbeton possiede 11 (12 se consideriamo l’intero Gruppo Grigolin) siti per la ricezione di rifiuti da demolizione e 6 per la trasformazione in materia prima secondaria. Tutti i siti di produzione di conglomerato bituminoso (ad eccezione del sito di Padernello) sono autorizzati al ricevimento, stoccaggio, trattamento e recupero del fresato delle pavimentazioni stradali.

 

 
 
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